Biotestamenti, da mercoledi’ la raccolta
Il Messaggero Veneto (Udine) – Biotestamenti, da mercoledì la raccolta (PDF)
di GIACOMINA PELLIZZARI
La città che ha accolto Eluana Englaro, non può evitare di garantire ai suoi cittadini il diritto di esprimersi sul fine vita. Tutto questo anche se, come ha precisato l’onorevole Maria Antonietta Farina Coscioni, deputata radicale eletta nelle liste del Pd, il disegno di legge in discussione entro fine anno alla Camera prevede solo l’accettazione dei biotestamenti manoscritti o dattiloscritti. «Chi utilizza il computer per comunicare non sarà preso in considerazione» ha fatto notare l’onorevole convinta che si tratta «di una legge manifesto pensata per accreditare i voti delle gerarchie ecclesiastiche».
Coscioni è altrettanto convinta che se quel disegno di legge non sarà emendato è preferibile che la situazione resti immutata. Anche perché, come ha puntualizzato l’anestesista Amato De Monte, lo stesso che ha accompagnato Eluana nel suo ultimo viaggio, considera «l’idratazione e l’alimentazione mezzi di sostentamento vitali e non terapie sanitarie». Ecco perché l’onorevole Coscioni ha invitato De Monte ad andare a spiegare, il prossimo 25 novembre giorno in cui era nata Eluana, «perché la persona deve essere libera di fidarsi di un padre e di una madre». E per sensibilizzare i politici che dovranno votare la legge sul fine vita, la stessa Coscioni ha invitato i cittadini a «invadere le caselle di posta elettronica dei parlamentari».
Iniziative, queste, condivise pure dalla Chiesa evangelica metodista che da tempo sollecita «da parte del Parlamento l’approvazione di una legge sulle direttive anticipate di fine vita». A ribadirlo, ieri sera, a palazzo Kechler, è stata la biologa e componente della commissione bioetica della tavola Valdese, Monica Fabbri, l’ha fatto con le parole di Italo Svevo: «Contrariamente alla maggior parte delle malattie, la vita è sempre mortale». E De Monte, dopo che il moderatore del convegno, il giornalista Mauro Tosoni, aveva ricordato le sue amicizie giovanili con i valdesi, ha aggiunto: «Non ho avuto la fortuna di avere compagni di studio valdesi perché in quel caso avrei rischiato di convertirmi».
Detto questo, il direttore del dipartimento di anestesia dell’Azienda ospedaliero-universitaria ha voluto ricordare Beppino Englaro, il padre di Eluana, con un applauso prima di ripercorrere i giorni accanto alla donna in stato vegetativo da 17 anni: «Sia chiaro – ha aggiunto – in quel contesto non ho fatto nulla, ho solo dato corso a un decreto della Corte d’appello che riconosceva il diritto a rifiutare le cure. Per farlo non serve un super specialista, qualsiasi medico può farlo». Questo per dire che se la legge Calabrò in discussione alla Camera passa senza essere riscritta, le persone non saranno più libere di scegliere se rimanere o meno imprigionate nel loro corpo.