Referendum, Pipi fa lo sciopero della fame
IL MESSAGGERO VENETO (Gorizia) 31/01/2011 – Referendum, Pipi fa lo sciopero della fame
Per l’indizione
L’esponente radicale Pietro Pipi comincerà questa mattina lo sciopero della fame a sostegno dei ripetuti appelli del Comitato promotore dei referendum per la convocazione, entro oggi, del consiglio comunale, chiamato a indire la data per la consultazione popolare.
Pipi, come mai ha preso questa decisione?
«La scelta non risponde alla logica di morire di fame per fare l’eroe. Si tratta di un tentativo estremo ma anche di un gesto di dialogo nei confronti del sindaco Romoli, affinché faccia rispettare la legalità statutaria e fissi la data dei referendum. Se fissano una data, interrompo lo sciopero».
Lo Statuto del Comune prevede che, una volta ammessi i quesiti referendari, il consiglio comunale sia convocato per fissare la data. Due quesiti sono stati ammessi il 16 novembre. Eppure l’assise non si è pronunciata. Il termine ultimo per fissarla sarebbe oggi. Qual è la sua opinione su quanto sta accadendo?
«Non è colpa di Romoli o Roldo, ma di un lento degrado delle regole democratiche e di convivenza civile. Quando tre anni fa noi radicali abbiamo dovuto denunciare Roldo per la mancata calendarizzazione della nostra petizione sull’elezione diretta del Difensore civico nessun consigliere ha mosso un dito. Oggi come allora la legalità statutaria viene violata».
L’opposizione come si è comportata?
«Prima della nostra vittoria – l’ammissibilità dei quesiti referendari stabilita dal giudice – il Pd ci trattava come cretini. Prevale la logica amico-nemico sul ragionamento di legalità. Mi dissocio dagli attacchi strumentali al sindaco sul caso Parentopoli. Non mi risulta che Romoli abbia piazzato parenti da qualche parte. Il Pd non ha credibilità in questa campagna populista se non chiarisce la vicenda delle borse di studio ai figli di Gherghetta e Salomoni e le nomine fatte nelle partecipate, Apt in primis».
Cosa dice al sindaco?
«Dopo la batosta che si è preso per l’ammissione dei primi due quesiti referendari, ci ha dato uno spazio in municipio dove raccogliere firme, che non è cosa di poco conto. Ora può continuare su questa strada di democraticità, facendo rispettare le regole, accorpando la data dei referendum con le votazioni primaverili e usando maggior rigore nella elargizione di incentivi economici di decine di migliaia di euro a favore di dirigenti che dovessero dimostrare di non possedere quei requisiti minimi di diligenza, buona fede e lealtà dovuti per un servitore della collettività».
(i.p.)