«Testamento biologico, referendum bocciato a causa del centrodestra»
LE ACCUSE DI PORTELLI
L’istituzione del registro del testamento biologico è materia di competenza del Comune. Ma sotto la bocciatura del referendum c’è lo zampino del centrodestra. Ne è convinto il capogruppo consiliare del Pd, Federico Portelli, che interviene dopo la bocciatura del referendum proposto dai radicali.
Dice Portelli: «Ho letto il verbale della riunione del Comitato dei garanti. Posso così confermare di non condividere per nulla le motivazioni che hanno portato i garanti, a maggioranza, a bocciare il quesito relativo all’istituzione di un registro dei testamenti biologici non ritenendolo di competenza del Comune. A luglio 2009, quando la discussione sul tema interessò il Consiglio comunale grazie ad una petizione promossa dall’associazione dei radicali Trasparenza è partecipazione, fui il promotore di una mozione che impegnava la giunta in tal senso e condivisa da diversi consiglieri.
Nonostante non debbano esserci mai “vincoli di mandato” per il voto dei consiglieri, tanto più su un tema come questo che interroga le coscienze, la maggioranza di centrodestra bocciò in blocco la mozione. Non mi meraviglia affatto, oggi, constatare come i due garanti che a vario titolo sono più vicini all’azione o agli orientamenti politici della maggioranza – rispettivamente il segretario comunale ed il presidente dei revisori dei conti – abbiano votato per la non ammissibilità». Sull’argomento interviene anche Pietro Pipi, dei radicali di Gorizia, protagonista in questi giorni di uno sciopero della fame deciso per protestare contro la tempistica scelta dal Comitato dei garanti nell’analizzare le proposte dei quattro referendum comunale, dei quali sono stati ammessi solo tre, tranne appunto quello sul testamento biologico.
Dice Pipi: «Oggi (ieri ndr) ho preso visione delle motivazioni della bocciatura del quesito sul testamento biologico. La valutazione in punta di diritto è affidata allo studio del presidente della nostra associazione radicale, avvocato Marzia Pauluzzi. Il problema per noi non è politico. Ci domandiamo cioè come reagire a questa bocciatura preannunciata stigmatizzata non da noi ma dalle dichiarazioni a verbale del difensore civico.
La proposta che fin da subito faccio, ed ho già fatto al consigliere Portelli, è quella di lavorare assieme per trasformare questo momento in una nuova opportunità di partecipazione e di informazione. Comitato promotore assieme ai consiglieri dobbiamo agire per proporre una class-action contro questa bocciatura. L’idea è quella di organizzare un incontro pubblico invitando tutti i sottoscrittori del quesito boccato per spiegare loro lo stato dell’arte e fare una proposta di ricorso tramite azione collettiva».