Referendum bocciato, Pipi non ci sta e continua il digiuno
«Vorremmo che i cittadini si esprimessero in un’assemblea pubblica per un’adesione collettiva al ricorso»
Registro del testamento biologico – Continua da quattro giorni lo sciopero della fame dell’esponente radicale Pietro Pipi, che terminerà soltanto quando sarà stata fissata la data del consiglio comunale (lunedì, ndr). «È dura», ha confessato Pipi. Proprio ieri sono arrivate le motivazioni della bocciatura del quesito referendario per l’istituzione del Registro dei testamenti biologici in municipio e si annunciano nuove iniziative da parte dei Radicali, come la class action.
«La valutazione in punta di diritto è affidata allo studio legale del presidente della nostra associazione Trasparenza è partecipazione, l’avvocato Marzia Paoluzzi – ha precisato Pipi –. Per i Radicali, però, questo non è il momento delle polemiche sterili. Vorremmo che fossero gli stessi cittadini goriziani che hanno sottoscritto la raccolta firme a esprimersi, nell’ambito di un’assemblea pubblica, sulla volontà di fare o meno ricorso tramite un’azione collettiva. Il problema per noi è politico. Ci domandiamo, cioè, come reagire a questa bocciatura, preannunciata e stigmatizzata non da noi, ma dalle dichiarazioni a verbale del difensore civico».
Dai verbali del Comitato dei garanti emerge, infatti, che il segretario generale del Comune ha osservato che la materia del testamento biologico non rientra fra le competenze del Comune. A stretto rigore, dunque, non è ammissibile un referendum su competenze extracomunali, in quanto in contrasto con l’articolo 78 comma 1 dello statuto comunale. Il presidente del Comitato dei garanti Elena Grossi, invece, si è espressa a favore dell’ammissibilità, considerando che «non esiste alcuna legge che lo vieti e sulla scorta dei principii e delle statuizioni della Cassazione, via via contenute nelle sentenze relative al caso Englaro».
Il presidente del comitato ha osservato, inoltre, che le dichiarazioni di trattamento anticipato possono rientrare nella tipologia delle dichiarazioni sostitutive degli atti di notorietà. Il presidente del Collegio dei revisori Fabrizio Russo ha dal canto suo osservato che, in base alla circolare interministeriale del 19 novembre 2010, la materia del fine vita rientra nell’esclusiva competenza del legislatore nazionale (che attualmente, però, non ha regolato tale materia). Pur concordando con la bontà della proposta del quesito referendario, Russo ha pertanto espresso parere sfavorevole all’ammissibilità. Il presidente Grossi ha ribattuto che «in realtà con l’istituzione del registro il Comune non va a disciplinare la materia del fine vita, citata nella predetta circolare».
Pipi ha proposto di «lavorare insieme per trasformare questo momento in una nuova opportunità di partecipazione e informazione». «Abbiamo già dimostrato che, contro decisioni ingiuste, esiste un giudice a Gorizia, ma la soluzione dei problemi dev’essere politica, collettiva e questo si otterrà soltanto se riusciremo a creare un grande dibattito e un’adesione collettiva al ricorso», ha concluso Pipi. (i.p.)