Referendum comunali, la data diventa un rompicapo

IL PICCOLO (Gorizia) 23/04/2011 – Referendum comunali, la data diventa un rompicapo

Referendum, battaglia di interpretazioni sulla data del voto sancita dalla delibera approvata l’altra sera in Consiglio comunale. Secondo la maggioranza si voteranno i tre referendum comunali solo domenica 12 e non anche lunedì 13 come invece previsto per i quattro quesiti nazionali. Secondo l’opposizione invece è stata approvata, inconsapevolmente, una delibera che prevede la doppia data del 12 e 13 giugno.

Nelle prossime ore il sindaco Romoli sarà chiamato ad indire ufficialmente la data della consultazione (deve farlo entro martedì), ma quanto successo giovedì sera in aula ha creato ulteriore confusione. Ad essere votata ed approvata giovedì sera è stata una delibera già discussa nella precedente seduta e corretta a penna dal segretario generale. Il quale, per un’incomprensione, al posto della proposta originaria del 19 giugno ha indicato entrambe le date del 12 e del 13 giugno, per poi correggersi su invito dello stesso Romoli, confermando l’opzione della giornata unica.

Ne è uscito un pasticcio calligrafico che non fa luce sulla data del voto. Le posizioni Spiega Roldo: «Il referendum comunale si farà il 12 giugno. In aula ho chiarito più volte che mettevamo al voto la delibera auto emendata nella seduta precedente, che prevedeva la giornata unica del 12 e, in deroga, la spesa che saliva da 55 a 60mila euro ed il termine per l’indizione che passava da 60 a 45 giorni prima del voto. Il resto non conta, fa fede ciò che dicono le registrazioni ed il verbale. Se si vuole ricamarci sopra lo si può fare, ma è politica di basso profilo: abbiamo fatto tutto alla luce del sole ed abbiamo la coscienza a posto». «La volontà della maggioranza è di boicottare il raggiungimento del quorum – commenta invece Federico Portelli, convinto che a contare sia il testo della delibera -.

Oltretutto la scelta della giornata unica non garantisce la massima partecipazione dei cittadini, e dunque i 60mila euro saranno sprecati: non escludo che della questione possa interessarsi la Corte dei conti». I promotori del referendum, intanto, non stanno con le mani in mano. «È presto per capire come finirà questa situazione grottesca – spiega l’avvocato Marzia Pauluzzi -. Analizzeremo verbali e delibere, per capire se chiamare in causa il tribunale, o eventualmente un commissario ad acta. Di certo ci troviamo di fronte a tutta una serie di vizi di procedura». Gli scenari Oltre ad eventuali colpi di scena sulla data, restano da scegliere sedi dei seggi (devono essere diverse da quelle dei referendum nazionali) e definire orari (lo Statuto prevede l’orario 8-20, ma per la consultazione nazionale si voterà 7-22).

Marco Bisiach

Visited 1 times, 1 visit(s) today
Condividi

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *