Fine vita, la «terza via» lacera la maggioranza
IL GAZZETTINO (Udine) 04/05/2011 – Fine vita, la «terza via» lacera la maggioranza
UDINE – «Ad una mozione sul registro comunale dei testamenti biologici, o si dice sì o si dice no. Le terze vie non esistono», nota Federico Pirone (Sel), che, con Gregorio Torretta (Gm), di quella mozione affrontata in consiglio dopo 780 giorni di “melina” era uno dei “papà”. Eppure, una buona parte della maggioranza lunedì sera ha dimostrato, voti alla mano, che le terze vie non solo esistono, ma certe volte paiono (ad alcuni) l’unica strada per uscire da un vespaio.
Così, la mozione Pirone, che i cattolici della maggioranza non avrebbero potuto digerire nella versione “strong” è stata annacquata a tal punto dall’emendamento di marca Pd da diventare commestibile per quella stessa parte di maggioranza. Certo, non per l’assessore Croattini che (con Pirone e Torretta della maggioranza) ha votato contro l’emendamento Freschi e contro la mozione “ritoccata”. «Il mondo non gira intorno ai problemi del Pd – dice Croattini -. Ho votato a favore dell’emendamento Ortis (che reinseriva la gestione comunale nel caso fosse impossibile stipulare una convenzione con i notai ndr) e ho votato contro il testo del Pd.
Mansi ha detto che non bisogna spaccare la maggioranza, ma io gli ho risposto che su queste tematiche non ci sono accordi di maggioranza. Su queste cose è giusto che ci si esprima con serietà e coerenza secondo la propria coscienza». Pirone in aula ha parlato di «accanimento terapeutico nei confronti della mia mozione» e nel post-consiglio Sel ha definito la scelta del Pd di istituire un “registro dei notai” (e non comunale) «una porta sbattuta in faccia» alla città degli ultimi giorni di Eluana. Cinzia Gori, del Coordinamento laico nazionale, nota che «hanno traslato tutto sui notai, che non si sa ancora se accetteranno.
Un po’ uno scaricabarile. Una brutta copia di quello che già facciamo noi dell’associazione Per Eluana, con l’associazione Coscioni e la Chiesa metodista». E già pare aleggiare di nuovo l’ipotesireferendum, tema al centro di un vertice ieri. L’emendamento Pd è passato (bocciati quelli di Pirone e di Ortis) per il rotto della cuffia con 18 sì, 15 no e 3 astenuti (Barbiera, Della Rossa e Mansi). Fra i “sì” anche Marion, Ortis e Rinaldi. Marion (Pd), favorevole ai tre emendamenti e alla mozione “soft” (stessa modalità “ecumenica” anche per Honsell), spiega che «se qualcuno avesse chiesto di votare due mozioni contrapposte, avrei votato quella di Pirone. Ma, se si vota quella emendata, ho detto: piuttosto che niente, quella lì può avere un grande significato… So quanta fatica si è fatta per portare parte del Pd su quella mediazione. Freschi ha trovato la formula che ha accontentato tutti». E Ortis: «Noi stampella del Pd? Questa è una cosa estranea a me. Nessun calcolo, abbiamo guardato alla sostanza. La mozione Pirone non sarebbe passata. La differenza (fra un registro comunale e uno dei notai ndr) non era tale da giustificare il rischio che non passasse del tutto. Alla fine, siamo usciti con un accordo sui biotestamenti».
Camilla De Mori