I Radicali: non vogliamo posti, ma impegni e consultazioni
IL PICCOLO (Trieste) 13/06/2011 – I Radicali: non vogliamo posti, ma impegni e consultazioni
«Ci sono degli scontenti? Si arrangiassero. Vogliono le spartizioni politiche? Allora ciao». È questo il ruvido e limpido giudizio che i radicali danno delle reiterate lamentele della Federazione della sinistra, che si sente orfana di assessori. «Per noi – dice Clara Comelli, candidata nella lista civica di Cosolini “Trieste cambia”, prima dei non eletti – non esiste la logica della spartizione delle poltrone. Siamo al riparo dall’“io voglio questo, e io voglio quello”, se abbiamo vinto le elezioni vuol dire che il riconoscimento lo abbiamo avuto».
Comelli condivide le scelte del sindaco: «Non sono per le quote rosa, ma fa piacere vedere tante donne in giunta, se poi il “genere” va di pari passo con il merito, è cosa ottima. Ci sono facce nuove e giovani. Il discorso che fa la Fds mi sembra corrispondere a logiche di “mappa del potere”, per cui a ogni rinnovo scatta la corsa agli enti. Fds non avrà forse la presidenza del Consiglio? Francamente fanno un’impressione negativa, noi diciamo no alla spartizione dei posti, ci bastano gli impegni chiari su partecipazione e trasparenza, e vorremmo essere consultati su temi per noi importanti, anagrafe pubblica degli eletti e testamento biologico». (g. z.)
Bene! No alle logiche spartitorie
Sono un elettore di Centrosinistra ed anche iscritto ad uno dei partiti della
coalizione. Vorrei esprimere il mio plauso per le scelte che il neo Sindaco
Coslini e la presidente della Provincia Poropat hanno effettuato relativamente
alla composizione delle nuove giunte comunali e provinciali.
Sono contento che abbiano tenuto solo in relativo conto le pressioni dei
partiti che lo hanno appoggiato; ritengo infatti che questo appoggio non debba
necessariamente essere ricambiato in “poltrone”, ma tenendo nel debito conto
quelle che sono le proposte ed i suggerimenti dei partiti della coalizione
relativamente alle scelte che i nuovi “governi” comunali effettueranno.
Noi elettori di centrosinistra, ma penso anche a coloro che pur non sentendosi
di centrosinistra, hanno comunque dato il loro voto ai due candidati (questo
tra l’altro è stato il loro “valore aggiunto” e in qualche modo è giusto che se
ne tenga conto), siamo stufi di vedere le polemicucce e le velate minacce da
parte dei partiti che non si ritengono sufficentemente “premiati” in sede di
attribuzione di posti e posticini. I partiti facciano un piccolo passo indietro
e “lascino” lavorare i neoeletti Cosolini e Poropat che tanto bene hanno
condotto la campagna elettorale e non si azzardino a riprodurre in piccolo
quello che è stato fatto con il governo Prodi con lo squallido spettacolo di
partiti (e ministri) della sua maggioranza che gli manifestavano contro in
piazza.
Chiediamo ai partiti della coalizione vincente un cambio di mentalità e di
mettere al primo posto non i loro interessi di bottega, ma il lavoro proficuo
delle due giunte per il bene di Trieste e della sua Provincia.
Sono d’accordo
A parziale rettifica dell’articolo ” I radicali: non vogliamo posti, ma impegni e consultazioni” mi preme precisare che la “ruvidezza” , che definirei piuttosto chiarezza, espressa dalla sottoscritta nell’intervista della giornalista, non riguardava espressamente le lamentazioni della FdS ma un modo di intendere la politica in generale. Quello che passa come un commento diretto alla Federazione della Sinistra era e rimane una considerazione che i radicali farebbero nei confronti di qualsiasi formazione partitica (se del caso, compresa la propria).
La spartizione delle poltrone non è infatti nel Dna radicale. A conferma di ciò, a livello locale, la sottoscritta non ha “usato” le sue 191 preferenze scaturite dalle urne per avocare a sé qualsivoglia prebenda. Un grande, sincero e commosso ringraziamento va invece proprio a chi ha riconosciuto, attraverso il voto, una capacità di azioni e battaglie politiche che i radicali hanno saputo esprimere anche a Trieste. I nostri impegni non si esauriscono a fine campagna elettorale e perciò avremo ancora bisogno di questo consenso.
Clara Comelli