Trieste – Settimana liturgica nazionale – 7000 euro dalla Provincia
La Provincia di Trieste ha di recente deliberato all’unanimità un contributo finanziario,a favore della Diocesi di Trieste, di Euro 7.000 per la 62.ma Settimana Liturgica Nazionale (in corso in questi giorni) a parziale copertura degli oneri che verranno sostenuti per la sua realizzazione. Dettagli, motivazioni e giustificavi di legge di tale contributo sono elencati nella delibera giuntale n. 117 del 4 agosto c.a. che si trova pubblicata nell’albo pretorio on line del sito dell’ente pubblico.
Premesso che sono contraria a qualsiasi finanziamento dello Stato alla Chiesa (in qualsivoglia modo e sotto qualsivoglia forma) e che credo fermamente nella laicità di questo nostro Stato mi preme esporre alcune riflessioni. Aveva la Diocesi Triestina reale necessità di questi denari (destinati nello specifico alla stampa di un Sussidiario liturgico), visto che i partecipanti all’evento hanno dovuto versare una quota di iscrizione per partecipare ai lavori della Settimana?
E di conseguenza la Provincia non ha ritenuto che ci fossero altre priorità economiche da sostenere (vedi edilizia scolastica pubblica ecc.) considerato l’ottimo stato della Curia Vescovile di Trieste?
Nella delibera di giunta poi è scritto che l’iniziativa risulta essere “occasione di confronto e formazione con positive ricadute per lo sviluppo sociale ed economico della comunità e dell’intero territorio provinciale, con particolare riguardo per i giovani”.
Per lo sviluppo economico non so, ma sulle ricadute positive sul sociale ho qualche perplessità.
Vorrei ricordare infatti ad esempio che l’arcivescovo di Trieste mons. Crepaldi ha definito (in un articolo pubblicato tempo fa da questo giornale) “mortificante” la famiglia formata da due persone omosessuali e che il Vaticano si è opposto alla depenalizzazione universale dell’omosessualità presentata dall’Onu.
Lo sviluppo sociale che dovrebbe avere a cuore un ente dello Stato dovrebbe riguardare tutti senza discriminazioni in base all’orientamento sessuale e la Chiesa Cattolica, nelle sue gerarchie, ostenta invece una politica omofoba. Non capisco quindi perché devolvere il denaro delle tasse , anche delle persone omosessuali e laiche, ad un evento come quello della Settimana Liturgica nazionale.
Chissà se alcuni dei neoeletti consiglieri provinciali condivideranno queste mie posizioni e presenteranno, in tal senso, un’interrogazione alla Presidente della Provincia?
Clara Comelli
Direttivo Ass.ne Radicale Certi Diritti