Parlamento ridotto: un favore ai partiti

IL PICCOLO (Gorizia) 06/09/2011 – Parlamento ridotto: un favore ai partiti

L’intervento di LORENZO CENNI*

Su tutti i mezzi di informazione la diminuizione del numero dei parlamentari viene spacciata come una grande riforma: si tratta invece di una vittoria della partitocrazia. In questo sistema marcio dove i nomi dei deputati che entrano in Parlamento vengono decisi dai leader dei partiti, meno parlamentari è necessario nominare, più è semplice inserire non i più capaci ed indipendenti ma i più fedeli e proni alla volontà dei leader. Ci sono modi assai più incisivi per ridurre i costi… non della politica, ma della partitocrazia.

Come appunto l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, proposta depositata dai parlamentari radicali come emendamento alla manovra finanziara, che produrrebbe 476 milioni di euro di risparmi all’anno. Se il sistema elettorale venisse riformato in senso maggioritario uninominale, come noi proponiamo da sempre e come gli elettori hanno votato al 90,3 per cento nel referendum del 1993, solo con collegi uninominali relativamente piccoli, nei quali i candidati si confrontino nel loro collegio naturale di fronte a poche decine di migliaia di abitanti che ne conoscono vita, morte e miracoli, si potrà avere quel rapporto eletto-elettore che garantisce il controllo democratico e una politica a «misura d’uomo».

In Gran Bretagna la Camera dei Comuni è composta da 650 rappresentanti, più dei deputati italiani, in modo che ogni parlamentare rappresenta non più di 70/80 mila elettori. Ma le proposte Radicali non si limitano a questo: l’insieme degli emendamenti alla manovra economica consentirebbero un risparmio nell’immediato di circa 8 miliardi di euro, senza contare i risparmi derivanti dagli interventi sulle pensioni e le maggiori entrate grazie alle misure per il rilancio dell’economia. Emendamenti per il taglio della spesa pubblica: abolizione finanziamento pubblico ai partiti (risparmio stimato: 476 milioni di euro); abrogazione dell’esenzione Ici per gli immobili degli enti religiosi che svolgono attività commerciali (400-700 milioni di euro); revisione accurata e profonda del meccanismo dell’8 per mille; inizio del passaggio alla forma dell’Esercito Unico Europeo (non ha più nessun senso e necessità avere, in Europa, 27 eserciti diversi con 27 linee di comando e tutte le strutture che possiamo immaginare (3,69 miliardi di euro solo per l’Italia).

Emendamenti per maggiori entrate economiche: contributo ecologico sui consumi energetici non rinnovabili (3 miliardi di euro) Emendamenti per il rilancio dell’economia: innalzamento dell’età pensionabile e riforma del welfare (risparmio annuale stimato a regime: oltre 7 miliardi di euro); liberalizzazione delle professioni; prosecuzione volontaria dell’attività lavorativa oltre l’età per la pensione obbligatoria (risparmio stimato: 2,3 miliardi di euro). Ma i segnali che ci giungono dal Parlamento, in queste ore, non sono per nulla incoraggianti ed è evidente che nessun partito, proprio nessuno, vorrà seguire questa strada: intanto, sabato, in Commissione Economia, tutti, compresi Pd ed Idv hanno votato per il mantenimento dei privilegi fiscali al Vaticano ed agli enti religiosi.

*ass. radicale Trasparenza è Partecipazione Gorizia

Visited 1 times, 1 visit(s) today
Condividi

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *