I partiti si dividono sul registro delle unioni civili
IL MESSAGGERO VENETO (Gorizia) 18/02/2013 – I partiti si dividono sul registro delle unioni civili
DOPO LE NOZZE GAY
Le “nozze” gay celebrate dal presidente della Provincia di Gorizia e il registro delle unioni civili dividono il consiglio comunale. La petizione popolare propugnata dai Radicali approderà a giorni sulla scrivania del sindaco, Ettore Romoli e poi passerà al vaglio dell’assise civica. Romoli, pur stigmatizzando l’iniziativa di Gherghetta, si era già pronunciato a favore del riconoscimento delle coppie di fatto, sia etero che omosessuali, ma aveva altresì sottolineato che come Comune si sarebbe attenuto solo alle leggi vigenti. È favorevole al riconoscimento dei diritti, ma solo alle coppie di fatto eterosessuali Fabio Gentile (Pdl), lapidario invece sulle “nozze gay”: «Non è un caso che si siano svolte lo stesso giorno del Carnevale di Monfalcone».
«Capisco la libertà di ogni individuo – commenta il vicesindaco, Roberto Sartori (Udc) – di disporre della propria vita, sotto tutti gli aspetti, compresa la sfera intima, tuttavia in un momento di crisi sia dell’economia che dei valori reputo necessario che le istituzioni si concentrino sulle rispettive competenze per tutelare la famiglia che è elemento fondante della società». «Se due gay si sposano – afferma il capogruppo della Lega nord, Franco Zotti – la cosa non mi tocca. Mi preoccupa, però, l’adozione da parte di due omosessuali: temo che un bambino possa soffrirne. Bisogna guardare il lato positivo – chiude con una battuta Zotti – più gay ci sono, più donne restano per noi etero». I capigruppo del Pd, Giuseppe Cingolani e del Movimento 5 stelle, Manuela Botteghi, annunciano invece il loro voto favorevole al registro delle unioni civili e offrono l’appoggio ai radicali per portare la discussione in aula, nel caso in cui non venga calendarizzata nei tempi previsti dallo Statuto comunale.
Botteghi si dichiara favorevole ai matrimoni omosessuali, mentre Cingolani considera utile l’iniziativa della Provincia solo se in grado di favorire il dibattito sul riconoscimento sociale dei diritti gay, primo fra tutti la dignità del loro legame affettivo. Michele Bressan, della civica “Gorizia è tua”, dichiara: «Sono cattolico praticante. Per la mia formazione sicuramente non voterò a favore del registro delle unioni civili. Sarà un voto di coscienza, del tutto personale. Trovo invece giusto il riconoscimento dei diritti alle coppie omosessuali». «Ho ricevuto insegnamenti diversi da quelli che vogliono far passare oggi in tutto il mondo – l’opinione del presidente del consiglio comunale, Rinaldo Roldo (Pdl) –. Ormai i valori non esistono più. Io non ho nulla contro i gay, ma sono contrario al matrimonio fra gay.
Sono cattolico, non posso tollerare gesti come l’iniziativa della Provincia, fatti solo per mettersi in mostra. Il riconoscimento dei diritti alle coppie di fatto va sicuramente regolamentato, ma deve essere legiferato a livello nazionale». Don Ruggero Dipiazza, infine, distingue: «Il matrimonio è fra un uomo e una donna che cercano, insieme, di tradurre nel futuro il loro amore, attraverso i figli», ma «vanno riconosciuti dalla legge anche a queste nuove realtà affettive certi diritti propri delle coppie».
Ilaria Purassanta