Sel insiste: chiudere il Cie di Gradisca

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IL MESSAGGERO VENETO (Regione) 20/08/2013 – Sel insiste: chiudere il Cie di Gradisca

IL CASO
Venerdì la giunta regionale si riunirà nel centro isontino. Fedriga: «Ipocrisia politica»

GORIZIA La giunta regionale del Friuli Venezia Giulia si riunirà venerdì a Gradisca d’Isonzo per analizzare, in un successivo incontro con l’esecutivo comunale, i parlamentari eletti in regione e i consiglieri regionali dell’Isontino, la situazione d’emergenza venutasi a creare nei giorni scorsi al Centro di identificazione ed espulsione. Intanto la situazione al Cie resta tranquilla: anche ieri, complice l’assenza delle barriere in plexiglas divelte sabato scorso, gli immigrati hanno avuto facile accesso ai tetti, raggiunti a più riprese da una decina di clandestini anche ieri. «Il Cie di Gradisca, come gli altri Cie, devono essere chiusi al più presto; per questo pensiamo che sia venuto il momento di rimettere in discussione le attuali norme e cancellare la Bossi Fini, come chiesto in queste ore anche da alcuni esponenti Pd e da tanti amministratori locali».

Lo scrivono in una nota Marco Furfaro, responsabile nazionale Sel sull’Immigrazione, Gennaro Migliore, capogruppo dei deputati Sel, Serena Pellegrino, deputata friulana Sel e Giulio Lauri, capogruppo Sel in Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. «Ci impegneremo in tutte le sedi proposte – scrivono gli esponenti di Sel – affinché questo accada e chiediamo al governo, date le condizioni inumane di trattamento dei migranti, di intervenire da subito per chiudere il Cie di Gradisca». «La legge Bossi-Fini va bene così, ma potrebbe addirittura esse migliorata in senso restrittivo al fine di tutelare maggiormente il nostro territorio e i cittadini che lo abitano», dice in una nota il deputato della lega Nord Massimiliano Fedriga per il quale «le immagini della protesta dei clandestini ospitati nel Cie di Gradisca, e soprattutto quelle dei pochi manifestanti, appartenenti ai partiti di centrosinistra o ad associazioni e movimenti a essi vicini, sono la perfetta rappresentazione dell’ipocrisia che regna in quell’area politica».

Fedriga aggiunge quindi che «le strutture che oggi vengono definite “lager” sono state aperte con il nome di Centri di permanenza temporanea per effetto della legge Turco-Napolitano, anch’essa approvata per contrastare l’immigrazione clandestina». E il presidente dei Radicali friulani Stefano Santarossa ha commentato: «Anche Debora Serracchiani ha affermato che va cambiata la legge. È ora di rimettere in discussione la questione dei Centri di identificazione e l’intera legge Bossi-Fini. Di fronte all’inerzia del Pd e della sinistra, noi radicali abbiamo inserito due referendum sull’immigrazione: uno per abrogare il reato di clandestinità, un reato aberrante che punisce una condizione anziché una condotta e uno per eliminare quelle norme che incidono sulla clandestinazzazione e precarizzazione dei lavoratori migranti».

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Una risposta

  1. admin ha detto:

    Inutile ripetere che Stefano Santarossa non è il Presidente dei Radicali friulani, in quanto non esiste in FVG un partito regionale.

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