Trieste – Referendum in Comune

referendum

È indetta per domani, Mercoledì 28 Agosto, alle ore 11, di fronte agli uffici comunali siti in Largo Granatieri 2, una conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa di mobilitazione nazionale “referendum in comune”, che si terrà dal 28 al 30 agosto.

Una delegazione locale di militanti radicali, composta da Marco Gentili e Nicolò Gnocato, sarà presente di fronte agli uffici preposti a Trieste, per interventi a scopo informativo dell’iniziativa rivolti alla stampa locale, e per un volantinaggio di sensibilizzazione rivolto alla cittadinanza.

Ha inoltre manifestato la volontà di firmare i referendum il sindaco di Trieste Roberto Cosolini, che verrà invitato ad intervenire durante l’iniziativa.

I 12 referendum radicali, per la giustizia giusta e i diritti civili:

1) & 2) Responsabilità civile dei magistrati: mai più casi come quelli di Enzo Tortora, un processo-mostro che ha ucciso un innocente e per cui i responsabili non pagarono – anzi furono promossi! In caso di gravi errori occorrono tempi rapidi perché il cittadino possa ottenere il giusto risarcimento per danni e per le ingiustizie patite.

3) Magistrati fuori ruolo: centinaia di magistrati sono oggi dislocati ai vertici della pubblica amministrazione. Anche per smaltire l’enorme quantità di processi che si sono cumulati, destinati inesorabilmente a diventare carta straccia per la prescrizione, occorre che essi torniro alla loro professione.

4) Custodia cautelare in carcere: attualmente migliaia di cittadini vengono arrestati, e restano in carcere in attesa di processo per mesi in condizioni incivili, in attesa che si svolga il processo. Il carcere preventivo, cioè prima della sentenza di condanna, si deve applicare solo per reati gravi e nel pieno rispetto dei requisiti di legge.

5) Abolizione dell’ergastolo: la Costituzione deve esser applicata là dove afferma che il carcere deve avere come finalità la rieducazione del condannato. Si tratta di un principio di civiltà giuridica in clamorosa contraddizione con il carcere a vita e il “fine pena mai” oggi presenti in Italia.

6) Separazione delle carriere dei magistrati: è un diritto del cittadino essere giudicato, come avviene in tutte le democrazie occidentali, da un “giudice terzo” che sia obiettivo e imparziale. Obiettività e imparzialità che si ottengono, come diceva Giovanni Falcone, solo separando le carriere del Pubblico ministero e del giudice.

7) Divorzio breve: oggi sono necessari tre anni di separazione obbligatoria prima di ottenere il divorzio. Questo carico sociale e giudiziario grava sui cittadini e sui tribunali in termini di costi e durata dei procedimenti, in più limita gravemente le scelte individuali. Va abolito.

8) Maggior facilitazione per la regolarizzazione di lavoratori stranieri: abrogare gli articoli 4 bis e 5 bis del Testo Unico sull’immigrazione relativi al permesso di soggiorno, che legano indissolubilmente la possibilità di restare nel nostro paese – anche di cittadini da anni in Italia – alla stipula di un contratto di lavoro.

9) Immigrazione clandestina: abolire il reato inserito nel codice penale dal pacchetto sicurezza del Ministro Maroni nell’estate del 2009. Non è possibile criminalizzare la condizione individuale senza che alcuna infrazione sia stata commessa.

10) Depenalizzazione di consumo personale di stupefacenti: occorre eliminare quelle norme che riempiono le carceri di consumatori. Essendo impossibile la legalizzazione per via referendaria, si chiede che venga evitata la pena detentiva per fatti di lieve entità – resterebbe la sanzione penale pecuniaria.

11) Effettiva libertà di scelta per l’8×1000: la quota relativa alle scelte non espresse sull’8×1000, attualmente più del 50% del totale e cioè circa 600 milioni di euro l’anno, viene ridistribuita alle confessioni religiose. Si chiede che rimanga in capo al bilancio generale dello Stato per non esser ridistribuita automaticamente sulla base delle scelte altrui.

12) Abolizione del finanziamento pubblico ai partiti: oggi li chiamano “rimborsi elettorali” e furono creati per aggirare il voto plebiscitario dei cittadini col referendum delc1993. I partiti possono – devono – esser finanziati per la forza delle loro idee e non in forza del loro potere.

Dove è già possibile firmare a Trieste (fino al 14 settembre)

Presso i tavoli radicali:

in via delle Torri: Giovedì 16.30 – 19.30, Sabato 09.30 – 12.30, in Largo Barriera: Venerdì 08.30 – 12.30

Presso il Comune di Trieste in Largo Granatieri 2, primo piano stanza 210:

Lunedì ore 9.00-11.00 / 14.30-16.30, Martedì ore 9.00-11.00, Mercoledì ore 11.00-13.00, Giovedì ore 9.00-11.00/ 14.30-16.30, Venerdì ore 9.00-11.00

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