I referendum e l’aspirina
IL PICCOLO (Trieste) 06/07/2013 – I referendum e l’aspirina
RADICALI
Stupisce leggere la segnalazione di Pierluigi Sabatti che si conclude con un “Mi spiace ma non firmerò” in riferimento ai 12 referendum proposti dai Radicali, dopo la notizia della firma, sugli stessi, di Silvio Berlusconi . Mi si passi la metafora: se Sabatti sapesse che Berlusconi usa l’aspirina, lo stesso eviterebbe di usarla? L’aspirina è un medicinale utile di per sè, a prescindere da chi lo assume. E così, senza voler esagerare le capacità curative che potrebbero avere i 12 referendum per questo disgraziato Paese se solo si raggiungessero le 500 mila firme necessarie, mi chiedo: perchè non ci concentriamo sulla bontà della battaglia proposta? Se i referendum fossero indetti e si andasse al voto e si raggiungesse il quorum necessario per molti dei referendum proposti, in gran parte l’Italia tutta ne gioverebbe.
Se passasse la richiesta del divorzio breve, le persone potrebbero divorziare senza attendere i 3 anni della separazione (risparmiando anche denari). Se passasse la richiesta di devolvere allo Stato le quote dell’8 per mille inespresse le stesse non verrebbero ripartite alle varie confessioni religiose (quella cattolica in primis), coerentemente con il principio di laicità dello Stato. Se passassero i due referendum sull’immigrazione e la clandestinità di certo ci avvicineremmo, nel trattare i cittadini extracomunitari, ai livelli europei (oltre ad essere la stessa Europa a chiederci di farlo). Se passasse il referendum sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti (e se solo venisse rispettato una volta per tutte) si potrebbe finalmente aspirare ad una politica che mette al centro le idee e non il “potere” dei partiti finanziati con i nostri soldi.
Se passasse la richiesta di abolire il carcere per i fatti di lieve entità della normativa sugli stupefacenti di sicuro le carceri pagherebbero di meno il dramma del sovraffollamento. Se passassero infine tutti i referendum cosiddetti della “Giustiziagiusta” si potrebbe forse cominciare a guardare alla giustizia con più fiducia e maggior serenità. Di fronte quindi a tante meritevoli e legittime proposte cui prodest continuare a guardare il dito invece della luna? Di certo la firma di nessuno di coloro che han firmato sino ad oggi si è sporcata solo perchè ha firmato Berlusconi. Mi auguro che la convinzione che ci hanno messo nel farlo sia stata superiore a queste banali valutazioni. Perché invece Sabatti non si scandalizza del fatto che nell’elenco delle firme mancano (ancora) quelle di di Epifani o di Bersani che pure con il loro partito sostengono alcuni quesiti referendari? In quanto a Pannella poi, mi si lasci dire, aldilà dei suoi comportamenti ilari ed amichevoli accanto al Silvio nazionale, non intravvedo in Italia un uomo politico della sua statura. Donne sì: Emma Bonino. Questa considerazione finale si capirà, è decisamente di parte.
Clara Comelli (Associazione Radicale Certi Diritti)
IL PICCOLO 04/09/2013
Radicali – I compagni di merende
Ho sempre apprezzato le lotte radicali, condividendole in gran parte, ma adesso mi trovo in un terribile imbarazzo: come posso porre la mia firma ai referendum proposti (ne condivido la maggior parte) accanto a quella di un delinquente? Francamente mi sentirei sporco a vedere il mio nome e cognome assieme a quello di Silvio Berlusconi.
E devo anche dire che mi ha disgustato il comportamento di Pannella, ilare e amichevole, accanto all’uomo ha sta distruggendo la democrazia in questo Paese. Sembravano due compagni di merende. Io capisco che i radicali hanno esperienza di frequentazioni con pregiudicati vista la loro (meritevole) attività di denuncia della condizione delle nostre carceri. Ma da qui a esaltare pubblicamente un truffatore (fiscale) sotto processo per altri infamanti reati mi sembra troppo. Mi spiace ma non firmerò.
Pierluigi Sabatti