Radicali – Legalizzazione droghe e copertura IMU

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IL PICCOLO (Gorizia) 30/01/2014 – Radicali, Legalizzazione droghe e copertura Imu

L’associazione radicale Traspasparenza è Partecipazione di Gorizia propone la propria ricetta circa la questione relativa alla diffusione delle droghe leggere nel mondo giovanile. Partendo da un dato effettivo, il traffico di stupefacenti, tra cui le droghe leggere, porta alla criminalità organizzata proventi che si aggirano intorno ai 60 miliardi di euro l’anno. Per contrastare questo fenomeno lo Stato investe annualmente circa 2 miliardi di euro, tuttavia 20 milioni di italiani hanno fatto uso di marjuana o hashish e di questi, 3 milioni sono fumatori abituali. Nel nostro Paese vi sono 800mila processi in corso per reati legati al possesso, seppur di quantità irrisorie, di droghe leggere. Inoltre sono 28mila i detenuti nelle carceri per reati legati al consumo ed al possesso di queste sostanze (il 44,5% del totale della popolazione carceraria), che costano quotidianamente al nostro paese 7 milioni, seguendo la proporzione di 250 euro al giorno per il mantenimento del singolo detenuto.

È possibile trovare una soluzione all’annosa questione? Sicuramente: la legalizzazione. Oltre allo snellimento del sistema giudiziario, che versa in una situazione disastrosa, lo stato avrebbe modo di regolamentare il mercato di queste sostanze, sottoponendolo ad un rigido controllo ed alla fiscalizzazione, applicando le norme già in vigore riguardo alcolici e tabacchi. Legalizzare non è liberalizzare, in questo modo si potrebbe impedire il consumo ai minori ed evitare pericolose sofisticazioni dannose per la salute, come sottolineato dal capo della Squadra mobile di Gorizia, Claudio Culot. Una volta eliminati i sopra citati 2 miliardi di euro di spesa pubblica per la lotta alle droghe leggere, lo Stato potrebbe inoltre garantirsi dalla loro tassazione introiti per 8 miliardi di euro, equivalenti al doppio del gettito Imu.

Inutile sottolineare che se le droghe leggere venissero legalizzate, il problema del sovraffollamento carcerario verrebbe meno, e si eviterebbe così di incorrere nell’ennesima sanzione da parte della Commissione Europea dei Diritti dell’Uomo. Già nel 1993, grazie all’impegno di Marco Pannella e del Partito Radicale, gli Italiani, per mezzo di un referendum, scelsero di abrogare le pene per la detenzione ad uso personale di droghe leggere, oggi invalidato, contro il parere del popolo, che si espresse favorevolmente per il 55,4%, dalla Legge Fini-Giovanardi. Una soluzione c’è e si chiama legalizzazione.

Michele Migliori segretario associazione radicale Trasparenza è Partecipazione – Gorizia

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