Caso-afghani, la Prefettura lavora a quattro soluzioni
IL PICCOLO (Gorizia) 11/09/2014 – Caso-afghani, la Prefettura lavora a quattro soluzioni
Lo sgombero, di fatto, è già iniziato: chi ha già un tetto è stato invitato a lasciare le rive dell’Isonzo. Venti saranno ospitati all’Internazionale. Torna l’ipotesi Nazareno
di Francesco Fain
C’è una tenue schiarita sui profughi afghani e pakistani. La Prefettura sta lavorando per offrire un tetto nei tempi più brevi possibili alla settantina di richiedenti asilo che vivono nella baraccopoli costruita in riva all’Isonzo. Di fatto, lo sgombero è già iniziato. «Hanno lasciato le tende quelle persone che già sono assistite dai programmi di accoglienza: ovvero quei richiedenti che hanno un tetto e che nell’arco della giornata andavano in riva all’Isonzo a trovare i connazionali. Li abbiamo invitati a lasciare la zona e a tornare nelle sedi a cui sono stati assegnati», spiega il viceprefetto vicario Gloria Allegretto. Maggiore cautela riguarda invece coloro che una sistemazione ancora non ce l’hanno: nel senso che è improbabile che si proceda a un loro sgombero senza, prima, aver individuato una soluzione di accoglienza. Ma, a quanto pare, qualche notizia positiva c’è.
«Una ventina di profughi sarà ospitata in una dependance dell’hotel Internazionale che è stata velocemente rimessa a posto», spiega Allegretto. In mattinata, la Prefettura era ancora in attesa di avere una risposta definitiva da parte del centro di accoglienza di Palmanova: lì dovevano essere ospitate una trentina di persone, seppure per un periodo di tempo limitato. Ma in serata è arrivato il “no”. Non c’è posto: quindi questa soluzione tramonta. Resta poi la questione della convenzione da firmare per dare accesso al Nazareno ad altri 25 profughi. «Com’è noto la Caritas non ha personalità giuridica e questo, oggi, è l’ostacolo. Nelle prossime ore ci sarà un incontro, dal quale ci auguriamo possano arrivare novità positive», chiarisce ancora il viceprefetto Allegretto. Quarta possibilità: requisire beni demaniali (nella fattispecie ex militari) per dare un tetto ai profughi. E in questo caso potrebbero entrare in lizza i Comuni di Cormòns e di Farra d’Isonzo che nella riunione di lunedì avevano segnalato la disponibilità di strutture di questo tipo sul proprio territorio. Il percorso, comunque, non è facile.
La stessa Prefettura nella nota ufficiale redatta lunedì dopo il maxi vertice aveva ammesso che «è emersa subito evidente la difficoltà di trovare una soluzione immediata per una dignitosa accoglienza dei richiedenti asilo, anche perché i rappresentanti dei Comuni, pur sensibili al problema, hanno rappresentato difficoltà a reperire strutture idonee sul proprio territorio oltre a nutrire perplessità sull’organizzazione». Nel frattempo, ieri pomeriggio i Radicali di Gorizia, rappresentati dal segretario cittadino Michele Migliori, si sono recati per un sopralluogo nell’accampamento profughi in riva all’Isonzo, all’altezza del ponte IX Agosto, alle porte della città. «Sottolineiamo come i profughi in questione siano tutti riconosciuti dalla Polizia di frontiera di Gorizia come richiedenti asilo politico, e molti già riconosciuti come rifugiati per motivi politici o di guerra. Nessuno di loro è clandestino, come alcuni partiti continuano a sostenere».