«Sono i sindaci di Sinistra che non vogliono accoglierli»

 

Sopralluogo dei Radicali di Gorizia, con il segretario Michele Migliori, nell’”accampamento” sull’Isonzo. «Manca ogni forma di rispetto della dignità umana – afferma il segretario –: persone costrette a vivere stipate usando l’acqua dell’Isonzo per bere e lavarsi. Mangiano solo ciò che le loro poche finanze permettono o che gli viene donato da qualche privato. Questi profughi sono tutti riconosciuti dalla Polizia di frontiera come richiedenti asilo e molti già riconosciuti come rifugiati politici o di guerra. Nessuno è clandestino, come alcuni partiti continuano a sostenere. Le istituzioni locali intervengano quanto prima per evitare il dilagare di problematiche igieniche, per il ripristino della dignità umana».

Continua intanto il presidio permanente di protesta “anti-clandestini” della Lega nord in via Aquileia al quale ieri si è affiancato un “contro presidio” con bandiera arcobaleno della pace degli esponenti del Forum per Gorizia, Anna Di Gianantonio e Andrea Bellavite, il quale ha affermato: «Non sono clandestini. Il Forum manifesta con la bandiera della pace contro razzismo e ignoranza». A livello politico cittadino le polemiche non si placano. Così i consiglieri comunali di Forza Italia, Fabio Gentile e Francesco Piscopo, replicano al capogruppo del Pd, Giuseppe Cingolani: «Se vive con l’assillo di ciò che fa e non fa Romoli possiamo tranquillizzarlo perché pare siano più i sindaci di Sinistra della provincia ad avere risposto negativamente alla richiesta del prefetto.

Le critiche che rivolge a Romoli sono assurde. Dei 25 sindaci dell’Isontino, la maggior parte di Sinistra, nessuno ha aderito al grido di dolore di Gherghetta. Favorevoli ad accogliere i richiedenti asilo Fabbro a Farra, che li ospiterebbe in una caserma inagibile e in attesa di demolizione, Patat a Cormòns che avrebbe degli appartamenti delle Forze armate, chiusi da anni, ma per i quali il proprietario Demanio non risponderà mai. Gradisca e Sagrado hanno già i loro accampamenti sull’Isonzo. Qualche caserma abbandonata è in pratica la soluzione di tutti. Poi si attendano, questi sindaci, gli avvisi di garanzia innescati da qualche solerte difensore dei diritti o qualche associazione pseudoumanitaria, perché le caserme dismesse non sono a norma». (pi.ta.)

 

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