Pannella-Fortuna quell’amicizia che cambiò il Friuli
IL MESSAGGERO VENETO (Regione) 11/07/2015 – Pannella-Fortuna quell’amicizia che cambiò il Friuli
Fiorelli: collaborarono alla battaglia per la legge sul divorzio
Oggi il leader radicale a Gorizia per i sessant’anni del partito
di Luciano Santin
GORIZIA – Partito radicale, ovvero Pr: sigla che, in un gioco di libere associazioni evoca l’obiezione di coscienza e il divorzio, Giorgiana Masi e i referendum, l’antiproibizionismo e la radio, la non violenza e gli scioperi della fame. Ma prima di tutto evoca lui, Marco Pannella, anticipatore della politica legata alla leadership carismatica tanto da far coniare un sinonimo, “pannelliani”, al quale sarebbero seguiti altri simili. Marco Pannella che oggi, alle 18, sarà all’Art Open Space di via Diaz, a Gorizia, assieme a Rita Bernardini e Valter Vecellio, inaugurerà la mostra di affiche storiche “Radicali al muro”, organizzata dell’associazione “Trasparenza è partecipazione”, per i sessant’anni dalla fondazione del partito.
A Gorizia Renato Fiorelli, tesseratosi con il Pr poco dopo la rifondazione, oggi presidente provinciale dei Verdi, è la memoria storica di un partito che ha avuto nel Fvg un’area sensibile e importante, visto che era di qui quel Loris Fortuna cui si deve la legge sul divorzio.
Fiorelli, quello degli anni ’60 e ’70 era un altro partito. O no?
«Era diversa anche l’Italia. Nel ’63, il congresso radicale aveva deciso per lo scioglimento e gli iscritti erano confluiti nel Psi e nel Pli. Pannella, che da universitario era stato segretario dell’Ugi e dell’Unuri, decise di ricostituirlo, con una scelta coraggiosa perché abbandonò il posto di corrispondente da Parigi del “Giorno”».
C’era stata una deriva a sinistra, all’inizio.
«Il partito, non ideologico, aveva un riferimento nel liberalismo democratico di Ernesto Rossi. Certo, Pannella fece lista con il Psiup, a Roma, e poi, in un discorso, parlò della necessità di trovare nel Pci lo sviluppo del partito. Da formazione d’élite, riuscì a trovare simpatie e consensi di massa su obiettivi concreti…
«Quello dell’obiezione di coscienza e quello del divorzio, per il quale risulterà fondamentale Loris Fortuna, propugnatore della legge in un Parlamento in cui i radicali non erano rappresentati. Agli inizi della battaglia Pannella prendeva il treno della notte, in seconda classe, e raggiungeva Milano, per compilare le due pagine offerte a lui e Fortuna dal direttore di Abc, il rotocalco “delle tette”, ma anche delle battaglie civili».
Nel ’76 il Pr debuttò alle elezioni nazionali. E qui decise di non esserci.
«Non si dovevano portare via voti a Fortuna. Così nella circoscrizione di Gorizia, Udine, Pordenone Belluno il simbolo non venne presentato e si inserì una maestra di Strassoldo la Mancini La Penna, nelle liste Psi. Il Pr portò a Roma quattro eletti, che dopo metà mandato lasciarono il posto ad altri quattro che li seguirono, per poter formare una classe dirigente valida».
Iniziò la stagione più felice?
«Sì, ma c’era già una grande considerazione per il Pr. Nel ’72 i radicali, in fase di congresso, erano stati ricevuti da Sandro Pertini, all’epoca presidente della Camera. Privatamente, durante le sue vacanze a Nizza. E certe cose non avvengono per caso».
In Friuli Venezia Giulia come andavano le cose?
«Il tema dell’antimilitarismo era sentito, per le servitù militari e per la cancrena nazionalista che affliggeva questa parte d’Italia. A Trieste c’era un forte gruppo di giovani, che nel partito pesavano: Pecol Cominotto, Fumi, Viviani ed Ercolessi, che a vent’anni – all’epoca la maggiore età era a ventuno – diventò segretario nazionale. Pannella, poi, si fece eleggere al Comune, ai tempi di Osimo. A Gorizia e Monfalcone c’era un buon numero di militanti, a Udine Tamburlini e il gruppo di Buttrio, a Pordenone Corai e Puiatti».
Pannella prima anticipò tutti i leader carismatici, poi si alleò con Berlusconi…
«Mi allontanai dal partito in quel periodo. In effetti la “Lista Pannella” era la prima del genere. Ma credo la cosa sia venuta da sè. E che Marco, più che condividere idee o affari con l’ex cavaliere, si illudesse di poterlo controllare». La stagione delle battaglie è finita? «No: dopo obiezione di coscienza, divorzio, aborto e ambiente, c’è stata la fame nel mondo. E poi l’opzione transnazionale che puntava anche a traghettare la Jugoslavia in Europa. Oggi abbiamo il fine vita, “Nessuno tocchi Caino” e la situazione delle carceri. Mi aspetto che altre seguano».
IL MESSAGGERO VENETO (Regione) 11/07/2015 – Impegno civile e politica raccontati in una mostra
L’inaugurazione
GORIZIA – L’associazione radicale “Trasparenza è partecipazione” di Gorizia, in occasione del sessantesimo anniversario della fondazione del Partito radicale, ha deciso di raccontarne la storia tramite una mostra di manifesti storici delle battaglie più significative: dall’abolizione della leva militare obbligatoria all’aborto, dal divorzio alla giustizia, dalle battaglie per la libertà dei popoli oppressi agli stati uniti d’Europa. Inoltre saranno esposti anche manifesti fatti a mano da artisti goriziani, come De Gironcoli e Dugo, per le iniziative radicali goriziane degli anni ’70 e ’80.
L’inaugurazione della mostra, che si terrà oggi, sabato 11 luglio, all’Art Open Space di via Diaz 6, a partire dalle 18, vedrà la partecipazione di Marco Pannella, leader storico dei radicali, di Rita Bernardini, segretaria di Radicali italiani, e di Valter Vecellio, vice caporedattore del TG2. «Raccontare la storia del Partito radicale – spiega Michele Migliori, segretario dei Radicali goriziani – non significa soltanto rendere omaggio ai personaggi ed alle battaglie da questo sostenute, ma significa raccontare sessanta anni di storia italiana, dal dopoguerra ai giorni nostri. E non c’è modo migliore di farlo se non tramite i manifesti, le fotografie ed i video originali di quei giorni. Non solo, la mostra ha come obiettivo anche quello di raccontare la politica goriziana dagli anni ’70 ai giorni nostri, grazie anche ai manifesti fatti a mano per il Partito Radicale da due grandi artisti isontini: Dugo e De Gironcoli».
La mostra sarà visitabile con il seguente orario: lunedì-venerdì dalle 17 alle 20; sabato dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 20. Domenica chiusa.