Spacciatori e carceri
IL PICCOLO (Segnalazioni – Trieste) 09/10/2016 – Spacciatori e carceri
Droghe
“Non la mela marcia. Sommati a tutti gli altri arrestati negli ultimi anni. Questa non è gente che scappa dalla guerra, questa è gente che scappa dalle galere in cui dovrebbe marcire.”
Con queste parole il vicesindaco Pierpaolo Roberti ha commentato, sulla sua pagina personale di Facebook , la notizia dell’arrestato di undici cittadini afghani, tutti richiedenti protezione internazionale, con l’accusa di spaccio di sostanza stupefacente da parte della polizia di Trieste, coordinata dalla Procura della Repubblica.
Trovo gravissimo che Pierpaolo Roberti, che è appunto anche vicesindaco di Trieste, nutra ed esprima un’opinione riguardo agli istituti di pena come dei posti nei quali i detenuti dovrebbero decomporsi.. Gli amministratori della cosa pubblica in generale, e maggiormente un vicesindaco dovrebbero conoscere gli articoli della Costituzione, sulla quale peraltro il sindaco Dipiazza ha giurato come atto del suo insediamento. Riguardo alla carcerazione la nostra Costituzione è adamantina. L’art. 27 infatti recita testualmente “…Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato…”.
Tra l’altro affermare che “questa gente”, riferito agli afhani arrestati, scappa da galere in cui dovrebbe marcire fa intendere che gli stessi abbiano un passato da criminali. Il fatto che Roberti abbia usato la sua pagina personale di Facebook e non quella da “personaggio politico” non sminuisce la gravità delle sue parole. Mi auguro per il governo di questa città che il vicesindaco si confronti con i fatti di cronaca cittadina con maggior senso delle istituzioni e con la consapevolezza di amministrare in uno stato di diritto, nel quale i cittadini, tutti, hanno diritto ad un regolare processo e, se colpevoli, a una pena che punti alla loro riabilitazione.
A Roberti che comunque non fa riferimento in sé alla questione dello spaccio di stupefacenti voglio far sapere, se già non lo sa, che come Radicali, a Trieste, stiamo raccogliendo firme su di una proposta di legge di iniziativa popolare per legalizzare la cannabis. Uno degli intenti della proposta è anche quello di colpire le narcomafie. Al momento le sostanze stupefacenti girano liberamente e lo spaccio in questione lo dimostra. Legalizzare anche soltanto la cannabis significherebbe minare alla base il commercio delle organizzazioni criminali e sicuramente ridurre il pericolo dello spaccio.
Clara Comelli