Pochi permessi e risposte lente al Coroneo

Il Piccolo (Trieste) 14/03/2017 – Pochi permessi e risposte lente al Coroneo

Delegazione radicale in visita al carcere. Bernardini: «Pesa l’assenza del magistrato di sorveglianza»

«Il problema più serio, più forte e grave, più qui che altrove, è il magistrato di sorveglianza». Dopo la lunga visita di ieri nel carcere del Coroneo, l’ex deputata radicale Rita Bernardini, assieme ai compagni della sezione regionale Marco Gentili e Andrea Michelazzi, ha voluto raccontare le sue impressioni sulla struttura triestina. E, tra i difetti riscontrati, quello che pesa di più è che «i detenuti si lamentano che tutte le loro istanze vengano respinte, quelle per la detenzione domiciliare, persino i permessi. Su 194 solo cinque usufruiscono di permessi premio. Così è anche per i giorni di liberazione anticipata, cioè i detenuti che si comportano bene – e qui la condotta mi pare sia molto buona – hanno diritto a 45 giorni di sconto della pena ogni semestre.

Averli alla fine è importante anche perché si può scendere a una determinata soglia che consente l’accesso ad alcuni benefici e invece per persone che hanno ancora diversi anni da scontare, le risposte non arrivano, nonostante le relazioni positive dell’area educativa, e addirittura c’è il timore di alcuni che potrebbero essere già fuori se fossero stati concessi tutti i giorni di liberazione». Pare questo lo scoglio più grande, per cui l’ex segretaria dei Radicali italiani farà una segnalazione al dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, così come al ministro della Giustizia Andrea Orlando e al Csm. A farle l’eco Alessandra Devetag, referente dell’Osservatorio Carceri della Camera penale.

«Trieste è una delle sedi meno generose per i permessi premio e le misure alternative, questo inspiegabilmente visto che il territorio non conosce, a parte alcuni casi, grandi reati per tali severità». Di fronte comunque l’esponente radicale si è trovata un edificio che «per essere un circondariale, vista anche la piccola dimensione, e trovandosi comunque fuori dalla legalità, è decente. Rispetto all’ultima volta ci sono stati notevoli miglioramenti, le docce sono state rifatte e sono colorate». A questo proposito invece Devetag ha sottolineato come «gli uomini debbano lavare la biancheria nei bagni, in secchi, e metterla ad asciugare, quando ci sono gli attacchi per le lavatrici, ma non ci sono gli elettrodomestici». Un grande plauso Bernardini l’ha conferito alla direttrice Silvia della Branca così come alla collega dell’Area pedagogica, «anche se mancano 33 agenti nella pianta organica e non è possibile ci sia un direttore per due istituti, presente solo due giorni alla settimana, così si bloccano alcuni adempimenti burocratici per cui non si possono fare delle deleghe».

A questa ulteriore problematica si aggiungono, secondo l’ex deputata, «le sole 30 ore della psicologa a disposizione per i detenuti e il fatto che pochi di questi lavorino, 28 su 194 e solo 5 all’esterno, anche se le cose dovrebbero migliorare perché con la finanziaria sono stati stanziati 300mila euro in arrivo prossimamente». (b.m.)

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