Biotestamento dal notaio scintille tra Pd e Sel
IL MESSAGGERO VENETO (Udine) 04/05/2011 – Biotestamento dal notaio scintille tra Pd e Sel
Con il supporto di Ortis passa la linea dei democratici. Torna l’ipotesi referendum Maio: scelta responsabile. Pirone: è una porta sbattuta in faccia alla cittadinanza
di Giacomina Pellizzari
Il Comune detterà le regole, ma il registro dei testamenti biologici sarà istituito dall’Ordine dei notai. Il Pd ha raggiunto il suo obiettivo e Sinistra ecologia e libertà grida allo scandolo: «Così’ – scrive Federico Pirone (Sel), autore assieme ad Anna Paola Peratoner e Gregorio Torretta (gruppo misto) della mozione pro registro comunale – si sbatte la porta in faccia alla cittadinanza». Immediata la replica del capogruppo del Pd, Agostino Maio: «Mi fa specia che Pirone intenda interpretare i sentimenti di tutta la città».
A parlare di pasticcio è anche l’assessore, Lorenzo Croattino, eletto nella lista Honsell, che con Pirone, Torretta, il Pdl, Udc, Api, per Udine, Ln e Sos Italia, ha votato contro l’emendamento del Pd salvato da Gianni Ortis e Aldo Rinaldi. Questo a palazzo, mentre fuori le associazioni Luca Coscioni, Per Eluana, Sinistra ecologia e libertà e il Psi non escludono un nuovo referendum popolare visto che con il passaggio in consiglio, il comitato dei garanti non potrà, come ha fatto in passato, dichiarare inammissibile il quesito.
La questione, insomma, riapre il dibattito sul fine vita. A gettare acqua sul fuoco è Ortis che spiega di aver sposato la linea del Pd perché «il ruolo dell’ordine dei notai è di garanzia e perché l’emendamento Freschi riconosce al Comune un ruolo nella stesura della convenzione e del regolamento». Dello stesso avviso Maio convinto che «il Pd troppe volte è stato accusato di voler affossare il biotestamento». E ancora: «Il Pd ha operato per giungere a un risultato funzionale alle richieste dei cittadini evitando di trascinare il consiglio comunale, la sua maggioranza e la città in inutili e dannosi scontri puramente ideologici».
Una scelta che, è sempre Maio a dirlo, «purtroppo non ha trovato il supporto di coloro che, da una parte o dall’altra, mirano a marcare confini, a battaglie ideologiche frontiste che avrebbero condotto a laceranti e antistoriche divisioni in città». Diversa la tesi di Pirone e del coordinatore cittadino di Sel, Antonio Crialesi, convinti che il dibattito sul biotestamento in consiglio comunale «non rappresenta una mera divisione del centro-sinistra, bensì una distanza tra una parte della politica e la città.
Una fuga dalle responsabilità con la paura di votare contro a una mozione in grado di assegnare al Comune la funzione legittima di garante del principio secondo cui ogni cittadino, sul fine vita, possa liberamente scegliere». E ancora: «Scelta che ha fatto pagare alla cittadinanza divisioni interne al Pd». Ma l’assessore Lorenzo Croattini (lista Honsell), contrario alla linea Pd e favorevole all’emendamento Ortis (bocciato) che nel caso in cui la convenzione con i notaio si fosse rilevata impossibile prevedeva il registro gestito dal Comune, parla di «questione pasticciata gestita in maniera Pd centrica».