Referendum Gorizia – E’ iniziato il cammino che ci libererà dalla condizione di plebe del nuovo millennio

Hanno vinto i SI ai tre referendum consultivi comunali svoltisi Domenica 12 a Gorizia. Non abbiamo raggiunto il quorum per la loro validità ma alle urne si sono recati 7.706 dei 30.944 aventi diritto che al 90% si sono detti favorevoli alle proposte referendarie. Erano e sono proposte laiche e liberali orientate esclusivamente a facilitare la partecipazione e l’esercizio della cittadinanza attiva.

Questi i numeri non ancora definitivi:

1) Per l’istituzione della «Delibera di iniziativa popolare» sì al 95,91%, no al 4,09%;
2) per l’abolizione del quorum per i referendum consultivi comunali, sì all’88,35%, no all’11,65%;
3) a favore di una diversa composizione del comitato dei garanti si sono espressi il 94,88% dei votanti, con il 5,12% di contrari.

Alcuni fatti però possono dare una chiave di lettura interessante della vicenda referendaria.

A)  Come è noto la consultazione comunale si è svolta parallelamente a quella nazionale.
Stessa cosa è avvenuta a Milano, Piacenza e Lecce. Solo a Gorizia la maggioranza di destra ha negato l’accorpamento, ha limitato la fascia oraria e soprattutto ha distinto i seggi.
B) Sebbene gli aventi diritto fossero maggiori per i referendum comunali la maggioranza di destra ha previsto 17 seggi per la consultazione locale a fronte dei 55 in cui si è votato per i quesiti nazionali.
C) L’affissione all’albo pretorio che dava pubblicità agli aventi diritto più deboli, ovvero i residenti di nazionalità non italiana, è del 21/5/2011 con scadenza per l’iscrizione nel registro separato il 25/5/2011.
D) Assenza di un Protocollo di Intesa tra Comune, Prefettura e Comitato Promotore per gestione ed organizzazione della consultazione.
E) Assenza totale di informazione. Nessun dibattito pubblico organizzato dal Presidente del Consiglio Comunale. Le dichiarazioni del Sindaco che imputa al comitato promotore l’onere della informazione denuncia una concezione della democrazia e della politica che ha perso il senso di responsabilità della cosa pubblica e della tutela dell’interesse collettivo.

Sul perché del mancato quorum ci sarà tempo di interrogarsi e certo come Radicali dovremo iniziare da una analisi al nostro interno per capire cosa di più e meglio avremmo potuto e dovuto fare. Andrà ripensato il comportamento degli autenticatori, andrà analizzato l’impegno di risorse umane ed economiche di tutti quei soggetti, singoli o associati, che hanno sostenuto i referendum, nei 10 giorni successivi alla proclamazione dei risultati si dovrà perfino capire se e come fare ricorso contro la gestione dell’amministrazione.

Vanno comunque ringraziati i partiti, le associazioni, i singoli che hanno collaborato. Va tenuto conto che a Gorizia ci sono almeno 7706 cittadine e cittadini che raggiunte dalla notizia che si poteva dimostrare di essere cittadini e non sudditi è andata a votare ed ha votato SI. Ma senza demagogia, senza lisciare il pelo a nessuno il grazie più grande va ai promotori, cazzo!!! Con le loro bandiere, la loro storia, i loro limiti.

Grazie ai Radicali e grazie ai Verdi del Giorno perché hanno dimostrato che anche a Gorizia SE POL!!!.

Pietro Pipi

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