Di Pietro e l’Italietta dei Valori
Non si può non rimanere perplessi. Di Pietro difende la candidatura del figlio Cristiano dicendo che non è andato a fare il Trota di turno! Con il solito piglio demagogico dice che il figlio ha fatto tutta la trafila (?). E come mai non l’avevamo mai sentito prima? Qualcuno sa dire qualcosa di questo nuovo paracadutato? Boh. Si sarà trattata do una trafila assai silente, ché, per uno di un partito che ha dato i natali ai c.d. “responsabili” andando a sostenere il nemico n° 1, mi pare sia un bene. Come si usa dire, meglio tacere e sembrare stupidi piuttosto che aprir bocca e fugare ogni dubbio. Poi, dice sempre il nostro campione demagogo, “è stato trattato come tutti. Ha fatto la trafila come tutti”. “Da dieci anni, e anche oggi attacca manifesti e raccoglie firme per i referendum come tutti gli iscritti all’Italia dei Valori”.
Certo, è vero che se uno è figlio di un leader politico, non per questo deve perdere i diritti politici. Ma in questa Italietta corporativistica e intrisa di nepotismo dove la stragrande percentuale di figli di professionisti fanno lo stesso mestiere del genitore, ci sorprende che il campione del predicare bene e razzolare male abbia tirato fuori le carte del pargolo come se fosse un poker d’assi e li abbia appoggiati sul tavolo giustificando i favori concessi, ovviamente senza dimenticare di denigrare i figli degli altri (leggasi il Trota).
Già qualche tempo fa alcuni compagni di partito (De Magistris, Alfano, Cavalli) chiesero di fare una grande opera di pulizia dentro Idv. Seguì un dibattito interno dove si mise in evidenza l’allarme sulla questione morale. E lo stesso Di Pietro fu accusato di “fare il maquillage alla realtà raccontando un’Idv di plastica e paillettes”. E dopo tutto quel casino, ecco che anche i bacchettoni a sua volta ci cascano e magari anche peggio: ad esempio De Magistris adesso si inchina compunto davanti al cardinale per baciare la teca con il presunto sangue del presunto santo che la stessa chiesa ha rinnegato nel ’64. Dio che spreco! Ma come? Forse sfugge al neo sindaco di Napoli che omaggiare l’ampolla significa sottomettersi all’autorità ecclesiastica. A meno che il sindaco non sia andato in forma privata, per un suo fatto personale. Ma non ci risulta.
Quindi il sindaco che dovrebbe rappresentare tutti i cittadini, baciando la teca ne rappresenta solo una parte, quella credente. E gli altri? Si rende conto il sindaco che sbaciucchiando quelle teche avvalla quella sorta di maledizione napoletana che è la superstizione? Se ne rende conto che si tratta di sfruttamento della credulità popolare? E il demagogo di Montenero di Bisaccia non ha nulla da dire?
Mah, non sappiamo cosa è peggio: se De Magistris che si piega al cardinale o il figlio che candidamente si candida. Evidentemente anche Di Pietro tiene famiglia… e perciò ha fatto in modo che quelli del suo partito digeriscano il raccomandato avendo fiducia che gli elettori a sua volta si prendano Cristi-ano Di Pietro sperando che non lo prendano nell’ano Di Dietro.